La pittura
di Giuliana Consilvio
…. una somma di ricordi
emozioni, riflessioni …

Lo sguardo di Giuliana Consilvio, giunta a un’indubitabile e robusta maturità espressiva, si fa sempre più ampio e profondo.
Se parlo di maturità è perché, iniziatasi all’arte giovanissima, la Consilvio ha ormai alle spalle un curriculum di tutto rispetto, contraddistinto da una sicura professionalità: anche e proprio nel senso tecnico, di padronanza del mestiere, anzi di articolazione del mestiere, spaziando la sua esperienza in diversi ambiti della manualità artistica. Ma la spinta che si individua e registra nell’ultima produzione pittorica non solo esprime una volontà di prorompere sul piano dell’intenso colorismo, e di compiacersi, con passione, del vibrare della pennellata; ma di liberare la propria vena da ogni, diciamo così, timidezza: la Consilvio ha raggiunto una tale sicurezza della mano, e della capacità espressiva, da potersi permettere di rispondere con libertà alle pulsioni del cuore e della mente.
Questa sua maturità di linguaggio non è dunque un approdo, bensì una nuova apertura d’orizzonte. Negli oli qui presentati, che sono stati realizzati durante gli ultimi cinque anni, ella continua a mettere a confronto un’immagine paesistica di seduzione immediata con la naturale metamorfosi prodotta nell’immagine stessa dalle diverse condizioni di luce, d’atmosfera, di tempo, anche di sensibilità da parte del riguardante.
Il prato è dunque il prato di oggi, sotto i nostri occhi, ma è in nuce, sùbito, il prato di domani; e ancora, il prato com’è rimasto impresso nella nostra memoria, più intenso negli effetti forti, sfioccato in quelli su cui la mente si è meno concentrata. Non solo: il prato è la natura come si dispiega e appare, ma è anche, a poco a poco, nel vibrare delle sue strutture filiformi, la spinta della natura verso altri approdi, l’energia latente. E la pennellata, nell’assecondare queste emozioni e riflessioni, si fa essa stessa tratteggio dinamico, quasi trasfigurando il referente oggettivo in un ritmico fiammeggiare che ci porta ai limiti dell’astrazione.
Più che di astrazione formale, nell’opera della Consilvio, conviene però parlare di interpretazione mentale: non è detto che la tensione creativa di un artista sia sempre quella che porta in superficie zone oscure della psiche; l’arte è, assai di più, la capacità di esprimere per immagini un forte pensiero intellettuale, e offrirne una sintesi attraverso modi che lo trasmettano con immediatezza, tensione, seduzione.

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I dipinti riprodotti sul catalogo

(seguito dalla colonna di sinistra)

Non per nulla uno dei più intensi, e gioiosi, tra questi dipinti di alta comunicativa, si intitola “Progetto natura” (immagine n. 12) : che mette insieme la logica insita nella natura e il nostro modo, interpretandola, di conferirle una logica. Da molti anni seguo l’opera della Consilvio; e mi compiaccio profondamente di come ella vada sviluppando una vibrata pittura personale, all’interno della quale vivono tutte le sue precedenti esperienze artistiche, anche quelle più delicate e sommesse, quelle più graficamente sottili, tradotte qui in esplosione di colore. E si guardi al “Ritratto di Lombardia” (immagine n. 13), fra le ultime sue realizzazioni, dove la stesura della campagna amata, solcata da tracce che sono anche tracce di passaggio dell’uomo, è tenuta su una tavolozza calda e intensa, la quale si riflette nell’ardente striatura del cielo. Non è un vero e proprio paesaggio, ma neppure una libera fantasia; è il raccogliersi, macerarsi, reciprocamente potenziarsi di una somma di ricordi, emozioni e riflessioni, appunto, che superano ogni limite descrittivo.
Quanto amore c’è dietro: per la Lombardia, per il paesaggio, per la pittura. E come tutto appare spontaneamente esploso: mentre è governato, alla base, da un polso forte e sicuro.

Rossana Bossaglia
Aprile 1996