Artisti al tempo del contagio /
I diari dell’immagine

“Paesaggio urbano come metafora” anno 2020 – Tecnica mista su tela cm. 90×130
Assenza di presenze,
solo impronte non umane sono rimaste sull’asfalto
Ciao Giorgio.
Ho terminato un’opera che avevo iniziato in gennaio. Il lavoro è proseguito proprio nel periodo in cui si sviluppava la pandemia COVID-19. L’opera è una tecnica mista su tela, il titolo “Paesaggio urbano come metafora”. Assenza di presenze, solo impronte non umane sono rimaste sull’asfalto. Un susseguirsi di tracce incalzanti come gli avvenimenti terribili di queste giornate. Vorrei poterti dire molto di più sul mio creare in queste giornate, quando colori, pigmenti e materie si mescolano a tamponi, virus, mascherine, contagi e ossigeno. In un silenzio anomalo. Solo sirene di ambulanze.
In sintesi il mio diario creativo.
Giuliana
Artisti al tempo del contagio /
I diari dell’immagine
Un numero speciale
il tema
M’immagino che ogni artista in questi giorni così strani e particolari sia –come noi tutti– confinato in casa, con scarsi contatti con l’esterno che non siano quelli del telefono o della rete. E probabilmente –se non vi fosse l’ansia per noi stessi e per i nostri affetti, il dolore per quelli che soffrono, il timore del contagio e di ciò che può attenderci domani e dopo domani in modi del tutto imprevisti e sconosciuti – questa condizione di isolamento forzato non sarebbe poi così negativa, perché consente una insolita dimensione interiore, uno sguardo su se stessi, sull’esistenza e sul mondo assolutamente nuovi
La clausura per gli artisti rappresenta -lo sappiamo– un’importante opportunità per concentrarsi sulla loro arte in un momento in cui le interruzioni esterne sono annullate. E’ proprio approfittando di questo più intenso “tempo personale” vorrei pubblicare qui non i consueti interventi scritti, bensì solo le loro immagini, i loro disegni, quadri, forme, segni e tracce figurali, brani visivi, fotografie e icone che questi momenti e accadimenti così eccezionali avranno loro ispirato. Sarà una galleria unica nel suo genere, un “diario” di riflessioni per il quale l’immagine diviene il tramite di un rapporto con il mondo mai così intenso e gravido di sostanze. Una cronaca del contagio, sì, ma anche la registrazione di una resistenza, dalle più diverse intonazioni e dai più vari significati.
E sarà anche – almeno lo spero – un mosaico di spunti per sentirci in qualche modo accomunati e solidali. Per scorgere di ciascuno di loro, un aspetto, una tensione, un’illuminazione sorprendenti, inattese o confermate. Un modo per vivere ciò che ci sta accadendo come una opportunità, come l’invito a riconsiderare molte cose, molti valori e pseudovalori: una occasione per ripensare il nostro mondo, le nostre abitudini, le nostre certezze.