L’impegno sociale caratterizza significativamente l’attività della Consilvio che, con i suoi lavori pone i problemi, li descrive in modo impressivo e ci porge la sua posizione etico-morale non in modo esplicito ma, da artista, tramite la trasparenza delle sue emozioni.
Lei vive intensamente le dinamiche dei nostri giorni con un interesse particolare per le Persone, e per l’Ambiente che la circonda.
Le Persone sono viste e rappresentate in modo “crudo” con tratti netti (tecnica caratteristica dell’incisione nella quale ella è maestra), con le loro inquietudini, i loro vizi, le loro difficoltà esistenziali con una grafica volutamente deformante, i volti sono quasi mai raffigurati nella loro interezza, le dita sono contorte, gli arti scomposti, quasi a voler indicare quale è il risultato finale delle loro debolezze. Anche il motivo ricorrente del fumo delle sigarette, gli sguardi tristi, non c’è un viso sereno, manca il sorriso, come se i personaggi descritti non avessero speranza per loro futuro. Mi viene da pensare che l’Artista descriva questa realtà, ma che da essa rifugga, che la condanni come abnorme come “non armonica” e così riesce a coinvolgere l’osservatore creando in lui le medesime emozioni.
Per contro l’Ambiente oggetto del suo interesse, che è soprattutto quello della campagna, della bassa milanese con i suoi filari di gelsi, i suoi campi solcati dall’aratro, le sue cascine in rovina (abbandonate ?), è descritto in modo elegiaco. Anche nella tecnica si percepisce questo diverso approccio; qui le tinte sono sfumate, i contorni non definiti, tutto è imbevuto di serenità e di tranquillità come a indicare un luogo dove rifugiarsi al riparo dallo stress della farraginosa vita della città.